LA TRAMA
Il gioco è come sempre incentrato in un contesto futuristico nel quale ci troveremo a dover fronteggiare astronavi e soldati e “robot” che animano i Pianeti del sistema solare che, in questo episodio, hanno deciso di riunirsi sotto un’unica bandiera chiamata “Settlement Defense Front” (SDF) comandato dall’Ammiraglio Salen Kotch (interpretato da Kit Harington, il “John Snow di Trono di Spade) per rendersi autonomi dagli abitanti della Terra.
In questo capitolo impersoniamo il capitano Reyes che insieme ai suoi compagni deve fronteggiare gli attacchi del SDF e a fare ritorno nella Retribution, unica nave operativa superstite agli scontri.
Durante la campagna (circa 6 ore) ci imbatteremo in attacchi da terra nella migliore tradizione Activision e battaglie spaziali a bordo di navi spaziali richiamando alla mente scene epiche di Guerre Stellari.
Le ambientazioni sono, come è lecito aspettarsi, molto futuristiche e l’arsenale a disposizione nel corso della narrazione è piuttosto “divertente” da utilizzare anche grazie a prototipi basati su tecnologie molto avanzate. Interessante la nuova bomba gravitazionale che annulla la gravità in una determinata zona che farà lievitare per un breve periodo i vostri nemici affinché possiate fare una sorta di “sparo al piccione” Purtroppo la struttura di Infinite Ward è sempre fortemente ancorata al passato e la narrazione, come al solito, è molto lineare e “scontata”…D’altra parte Call of Duty NON è famoso per la campagna single player bensì per il multiplayer. Forse però, almeno questo anno, qualche sforzo in più sul fronte narrativo sarebbe stato lecito aspettarselo.
L’unica ventata di aria fresca è rappresentata da una particolare modalità bonus che si sbloccherà solo al termine della campagna, ossia della difficoltà “specialist” che in parte migliora le cose. In questa modalità tutto assume toni molto più aderenti alla realtà: ricevere un colpo al braccio vi renderà meno precisi nella mira e dunque efficacia del risultato in battaglia. Un colpo alla testa e sarete morti. Uno alle gambe e la mobilità sul campo sarà fortemente compromessa (non potrete correre o saltare).
Last but not least una “chicca” davvero interessante: se i nemici colpiranno direttamente l’arma che impugnate questa volerà via e verrà attivata una breve sezione QTE (Quick Time Event) nella quale dovremo raccoglierla al volo per continuare il nostro scontro.
In questa modalità l’unico modo per recuperare energia è quello di utilizzare i medikit.
E’ chiaro dunque che il sapore e lo spirito della campagna cambi in modo sufficientemente apprezzabile per imporre al giocatore maggior attenzione e prudenza negli scontri.
Multiplayer
Così come per la campagna single player, la modalità non apporta grandi novità rispetto al passato: ciò ovviamente non significa che non sia ben fatta. Il multiplayer della lunga serie dei COD è infatti da sempre il fiore all’occhiello di questo gioco e anche questo anno si conferma tale. In questo episodio ritroviamo infatti tutte quelle caratteristiche che ne hanno decretato il successo più che meritatamente come “Kill Confirmed” e “Capture The Flag”.
Ovviamente questa continuità del comparto online renderà meno delusi i giocatori “pro” della saga COD che potranno capitalizzare su esperienza e tattiche maturate nel corso degli ultimi anni. Magra consolazione però.
Il fronte Tecnico il gioco gira stabilmente a 60 FPS con qualche stratagemma da parte del team di sviluppo che vede in parte sacrificata la qualità delle texture che risultano poco definite. E’ plausibile però che con l’arrivo della PS4 PRO l’impatto grafica possa ricevere un sensibile miglioramento.
Sul fronte audio nulla da eccepire: se disponete di un buon impianto HT vi sembrerà di essere nel bel mezzo del conflitto. Anche le musiche sono di qualità e ben orchestrate per sottolineare le varie fasi della Campagna.
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